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Le ricche strade del rame rubato e riciclato passano per l’Umbria
Il mercato parallelo non conosce crisi , cresce il numero delle bande che gestiscono il riciclaggio, è sempre più facile trovare manovalanza disposta tutto, cresce il numero dei furti. Il giro d’affari è milionario- soltanto Telecom denuncia danni per quattro milioni di euro- ed è saldamente in mano alla criminalità organizzata. I manovali in genere sono rumeni. Una vocazione per un settore a basso rischio e ad alto profitto. L’Umbria è considerata una buona piazza del business del rame rubato e riciclato. I ricettatori- spesso legati alle mafie italiane, alla camorra in un caso recente- hanno i loro sistemi di raccolta e pagano sempre in contanti. Massimo due euro al chilo. Il metallo sporco è riciclabile al novanta per cento e nuovo è stimato intorno agli otto- nove euro al chilo . Leggi tutto…
Clandestini:con le espulsioni criminalità senza rifornimenti.
Sono aumentate del venti per cento le espulsioni -con accompagnamento alle frontiere – degli immigrati clandestini e la situazione dell’ordine pubblico a Perugia appare registrare timidi segnali di un controllo del territorio più efficace e con evidenti risultati di ritorno.Tra questi:meno diffusa sembra la presenza di soggetti a rischio nelle zone calde, sono sensibilmente diminuiti gli scontri tra gruppi rivali e probabilmente meno manodopera e confluita verso le organizzazioni criminali che controllano il mercato della droga e dello sfruttamento della prostituzione. Negli ultimi mesi dello scorso anno, il 2011, furono 130 gli irregolari rimpatriati dalla Polizia di Stato. Nel corso del 2012 le espulsioni sono state 270. Leggi tutto…
Mafie,riciclaggio,crisi economica e poltrone vuote
Il clan camorristico che domina l’area Vesuviana ha un’antica frequentazione con l’Umbria. Nel 2004 Mario Fabbrocino, il capofamiglia- arrestato in Argentina-finì di scontare sette anni di condanna per traffico di cocaina nel carcere di Terni dove aveva trascorso un lungo periodo di detenzione. Adesso è di nuovo in carcere per due ergastoli. Sentenze di altre avventure criminali. Imprese legate alla famiglia attraverso il clan Ruocco- invece- avevano vinto diversi appalti nel settore edile già nel 2007 quando ci fu una retata con cento ordinanze di custodia cautelare. Le aziende messe sotto sequestro in Umbria con il blitz della notte scorsa operano invece nel settore delle produzioni agricole e dell’agriturismo. Leggi tutto…
Trattativa stato-mafia:il rumore nemico della verità
Dunque una Procura della Repubblica ,quella di Palermo, raccoglie tracce evidenti di una trattativa tra lo Stato (pezzi dello Stato?) e alcuni preminenti capi della mafia siciliana ben al dentro delle cose della politica, per far cessare la stagione delle stragi dei primi anni novanta del secolo scorso. Stagione di stragi che la mafia mette con determinazione,mezzi e ferocia nella galleria delle stagioni della criminalità organizzata isolana perchè il carcere duro ,il 41 bis, impedisce ai capi di essere capi fino in fondo come sempre hanno potuto stando anche dietro le sbarre. Stagione di stragi perché si sta liquefacendo il grumo di potere di derivazione democristiana nel quale per decenni si sono incistati affari alla luce del sole, affari indicibili, gli omicidi di chi ha provato, per conto dello Stato, ad usare il bisturi ed asportare almeno le metastasi già diventate tumore evidente. Leggi tutto…
Vite a perdere :a Narni il racket ordina la morte
La brutalità, i segni di sfregio, le tracce suggestive di tortura, che parrebbero leggibili sul cadavere della giovane prostituta nigeriana ammazzata a Stifone di Narni sabato- o tra sabato e domenica scorsi- potrebbero indicare che la pista da privilegiare è quella dell’esecuzione di una sentenza , della punizione per uno sgarro, della condanna decisa da chi ha potere di vita e di morte su questa come sulle altre vite a perdere costrette a produrre profitti lungo le strade, dietro gli anfratti, dentro le macchine dai vetri appannati. Sembra essere stato un padrone l’esecutore. Leggi tutto…
La diffamazione,la rettifica,la galera e le cause milionarie.
Il carcere per i giornalisti in caso di condanna per diffamazione è l’ultimo veleno di un pasticciaccio brutto che corrode la libertà dell’ informazione prodotta dai mezzi di comunicazione e la qualità dell’informazione ricevuta per diritto non sospendibile dai cittadini. E’ un problema, non il solo. E’ un aspetto e forse neppure il più pernicioso di una tenaglia che ora si prende un pezzo ora un altro e li sposta nella retroguardia. Nelle democrazie, invece ,l’informazione senza infingimenti, l’informazione che orienta,l’informazione che suscita partecipazione dovrebbe essere in prima fila. La pena detentiva in questi giorni è uno spauracchio agitato non solo perché c’è di mezzo la sorte giudiziaria di un collega condannato in quanto direttore responsabile di un giornale che ha pubblicato una notizia risultata non vera. E un paese che manda in galera un giornalista anche per un reato che pur a mezzo stampa non è un reato di opinione non è un buon paese. Leggi tutto…
I predatori di ville non sono pesci senz’acqua
L’età è abbondantemente sotto i quaranta anni, più prossima ai trenta che ai quaranta anni. In genere hanno un visto turistico su documenti falsi perché nei loro paesi hanno precedenti penali. L’immigrazione in Italia è dunque prevalentemente clandestina anche se talvolta è durante la permanenza nel territorio italiano che la presenza si è fatta illegale e non solo per la scadenza dei termini dei visti di accesso. La maggior parte di questi soggetti è cresciuta in situazioni di guerra. Per questo- è una delle motivazioni più frequentemente avanzate dagli esperti- i diversi commando agiscono con tecniche paramilitari e sono particolarmente precisi, ben centrati sugli obbiettivi da colpire,determinati e spietati. Leggi tutto…
<<48 small>>:parlano i protagonisti del Lago
MAGIONE 17 novembre 2012 – Una sala piena ed un serrato dibattito hanno reso emozionante e partecipato l’incontro tenutosi venerdì pomeriggio presso L’Officina Teatrale la Piazzetta di Magione in occasione della presentazione dell’ultimo libro del giornalista Alvaro Fioruccci “48 small il dottore di Perugia e il mostro di Firenze” (Morlacchi editore) che ripercorre, anche grazie alla documentazione oggi a disposizione, le vicende giudiziarie e personali del medico Francesco Narducci deceduto nelle acque del lago Trasimeno l’8 novembre 1985. L’evento, promosso dall’assessorato alla cultura del Comune di magione, ha visto la presenza del sindaco, Massimo Alunni Proietti e dell’assessore Giacomo Chiodini. Leggi tutto…