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La mafia, il terrorismo e l’amore per l’arte
Tra Roberto Da Silva, che è una falsa identità, e Foligno, che è la base della sua attività di copertura, si crea un arco voltaico che brucia storie di terrorismo, di stragi, di servizi segreti e di mafia nella persona di Francesco Messina Denaro, padre di Matteo l’ultimo dei capi corleonesi , un fantasma da trenta anni. Roberto Da Silva è il falso nome di Paolo Bellini, Avanguardia Nazionale, ergastolo in primo grado per la strage di Bologna. Per ritrovare il filo rosso che potrebbe legare tanti fatti , terribili e apparentemente disuguali, bisogno fare un rewind alla fine degli anni ’70 quando il neofascista ha poco più di 20 anni e, preso alloggio a Foligno, dice di essere brasiliano, di chiamarsi appunto Roberto da Silva e di commerciare in antichità varie. Leggi tutto…
Il crimine cinese alimentato da massaggi e prostituzione
Manette per otto, domiciliari per altri, in tutto 22 misure cautelari e poi sigilli a 11 centri di bellezza e 4 appartamenti e via conti correnti e macchine di lusso. Sono i numeri di una operazione avviata dai carabinieri si Assisi e coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia che ha colpito gli arricchimenti facili di una organizzazione criminale cinese (mafia ?) che attraverso un’attività di copertura (sale per massaggi) faceva prostituire negli stessi locali le operatrici ( reclutate con gli stessi sistemi vhe nell’ultimo trentennio ha fatto la fortuna di altre mafie come quelle albanese e nigeriana ) negli stessi locali , ragazze immigrate clandestinamente ,con permessi di soggiorno taroccati , riciclaggio dei guadagni, prestanome italiani per affitti e licenze, almeno 350.000 euro al mese da riciclare in attività pulite. Schema classico di penetrazione nei sistemi economici e finanziari, come Cosa Nostra, Camorra e soprattutto , al presente, ‘ndrangheta. Leggi tutto…
Esaminati dalla Commissione Antimafia i grandi casi irrisolti: da via Poma al Mostro di Firenze, dalla morte di Narducci a quella di Pantani.
Trentasette anni dopo, i fascicoli sulle controverse cause della morte del medico perugino Francesco Narducci, inglobati in quelli più antichi sugli otto duplici omicidi del Mostro di Firenze, sono finiti tra le carte di una delle sezioni, la nona, della Commissione Parlamentare Antimafia. Come del resto anche le altre vicende criminali considerate con troppi buchi neri, hanno dato mesi di lavoro ai commissari, a cominciare da via Poma e il caso irrisolto dell’assassinio di Simonetta Cesaroni, ai dubbi intorno all’improvvisa e misteriosa fine di un campione, Marco Pantani. La relazione conclusiva di questo corposo capitolo è stata approvata all’unanimità. Leggi tutto…
Rapina la banca con la sigla “B.R”: sono le sue inziali , ma …
In fondo alla mezza paginetta con la quale chiede un miliardo di lire per evitare una strage c’è la sigla “B.R”. Brigate Rosse? No, semplicemente le iniziali del suo cognome e del suo nome, ma ci vorrà del tempo per leggerle nella maniera giusta. La minaccia funziona e il latore del messaggio esce dalla banca con un acconto di 148 milioni. Leggi tutto…
L’omicidio di Fatima che non voleva essere schiava
Fatima Abdelali ha 32 anni, viene dal Marocco e non crede che vestirsi e affrontare la vita alla maniera delle sue coetanee occidentali, sia una colpa o un peccato. Si sbaglia: c’è chi considera un certo abbigliamento piuttosto che un altro peggio che disdicevole, che vede nelle uscite con le amiche, e magari nelle brevi soste al bar, un affronto da punire a schiaffi e pugni, che avverte in quel minimo di libertà che lei reclama il tentativo di sottrarsi al suo potere di controllo che non può che essere totale. Premesse per un femminicidio. Infatti considerata un oggetto che sfugge di mano viene massacrata a coltellate il 23 gennaio 1999, un sabato pomeriggio. Le tv danno la notizia alle 19,30 ed è in prima pagina il giorno dopo su tutti i giornali. Accanto al cadavere della ragazza ce n’è un altro. Leggi tutto…
La Volpe: un sindaco contro il pizzo quando racket era una parola sconosciuta
Gli anni ’70 sono agli sgoccioli e Bastia Umbra è tra i comuni italiani con il più alto reddito pro-capite. Sono il commercio e l’artigianato a distribuire tanta ricchezza tra i suoi cittadini. La camorra e i suoi derivati locali lo sanno. Conoscono anche il modo di fruttare al meglio per loro tornaconto la situazione. Con il pizzo, ovviamente. Le vittime del ricatto sono già diverse, ma nessuna fiata. Tocca al sindaco, Alberto La Volpe, socialista per cultura e giornalista per mestiere, squarciare il velo di silenzio che più che di omertà sa di tirare a campare senza noie. Leggi tutto…
Sei mesi nel buio: in Umbria 43 persone scomparse nel nulla.
In Umbria i primi sei mesi del 2022 hanno inghiottito 43 persone delle quali si è persa ogni traccia. Questo in base al rapporto dell’Alto Commissariato nel quale è scritto che le denunce di scomparsa sono state 130 e che di queste 87 hanno avuto il ritrovamento come epilogo, una percentuale pari al 66,92 per cento. Le 43 persone ,il 33,08 per cento, che mancano all’appello, che non sono state ritrovate , che non sono tornate a casa, che fine hanno fatto? Dove sono? Perché sono diventate dei fantasmi? Un fenomeno complesso al quale l’analisi generale contenuta nel più recente report del Commissariato per persone scomparsa, cerca di dare un a risposta. Intanto il recente passato in Umbria. Leggi tutto…
Per non dimenticare Maria Teresa Bricca, contro la violenza sempre
Amici, molti con lo stesso impegno politico, come quando poco più che ragazzini stavano nel Gruppo Camillo Torres e si ritrovavano alle conferenze di dom Giovanni Franzoni, padre Ernesto Balducci, Livio Labor delle Acli o di Mario Gozzini quella della legge del carcere che rieduca. Amici colpiti da un dolore forte e permanente, come succede ai parenti stretti, per l’omicidio di una di loro. Maria Teresa Bricca, 25 anni appena, si divide tra la famiglia a Città della Pieve e il lavoro all’Istituto Tecnico di Città di Castello. Il pomeriggio dell’11 ottobre 1977, martedì, è stata uccisa. Pugni, calci, le mani strette intorno al collo, la testa più volte sbattuta contro un lavandino. Una violenza mostruosa. Non è ancora morta quando l’assassino fugge via lasciandola agonizzante per ore, forse addirittura 36, nel suo sangue. Leggi tutto…
La Loggia Ungheria ? Ma quale nuova P2, solo chiacchiere , chiesta l’archiviazione.
di Allan Fontevecchia
La Procura della Repubblica ha chiesto al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Perugia l’ archiviazione per il procedimento sulla cosiddetta ‘”loggia Ungheria”, accompagnando i 15 faldoni dei documenti dell’inchiesta con 167 pagine di osservazioni con le conseguenti deduzioni. La notizia è stata diffusa dal procuratore capo Raffaele Cantone per “evidenti ragioni di interesse pubblico”. C’è interesse pubblico per queste ragioni: l’indagine riguarda una presunta associazione segreta, che avrebbe agito in violazione della Legge Anselmi le associazioni segrete che ”svolgono attività diretta ad interferire sull’ esercizio delle funzioni di organi costituzionali. Leggi tutto…